Creatività e semplicità. Intervista a DORODESIGN.

Creatività e semplicità. Intervista a DORODESIGN.

Continua la nostra ricerca di storie da raccontare sul mondo del Design. Oggi abbiamo incontrato Stefano e Dario, dello studio DORODESIGN. Una bomba di colore e creatività. Leggete cosa ci hanno raccontato.

C’era una volta…Quando e come inizia la storia di Doro Design?
DORODESIGN nasce in maniera molto spontanea. Ci siamo conosciuti lavorando in un altro studio, ma era palese che entrambi avessimo una forte propensione all’indipendenza oltre che una ovvia passione per il Design.
Uniti questi due semplici elementi fondare il nostro studio era la normale conseguenza e così il 10 Agosto 2009 abbiamo dato ufficialmente il via alla storia DORO.

DORODESIGN

Sono tantissimi i giovani designer che si stanno facendo spazio nel nostro paese. Secondo voi, cos’ha in più il design italiano e cosa gli manca?
Il design e la cultura del bello sono elementi innati e che fanno parte dell’essere italiani, nasciamo e cresciamo circondati da arte, moda e design. È proprio questo che ci viene riconosciuto, soprattuto all’estero, e che ci dà fortunatamente ancora una marcia in più.
Quello che manca è la voglia di imprendere e di essere indipendenti, spesso si spera di più nel posto fisso e sicuro più che nel costruirsi in maniere autonoma la propria carriera. Sicuramente anche la poca voglia di investire da parte di marchi e aziende, soprattutto nei più giovani, non aiuta. A volte “l’usato sicuro” fa più gola di una giovane scommessa. Questo invece all’estero non accade, il tuo valore non viene considerato proporzionale alla tua età.
Per le vostre creazioni sembrate trarre ispirazione dalle piccole cose: una ciotola di riso per la lampada “bái mi fàn”, un piccolo paesino nell’orologio da parete Cucù Town oppure dai rami di un albero per Lucciola. Come trovate nuove idee?
Non esiste la fonte di ispirazione per eccellenza o la “musa”. Non abbiamo la nostra Amanda Lear, però siamo naturalmente curiosi, seguiamo un’infinità di blog, siti e riviste per essere sempre aggiornati sulle tendenze e soprattutto sulle necessità, ma poi puntualmente l’ispirazione ti arriva inspiegabilmente mentre bevi il caffè e sei costretto a fare sketch su scontrini, tovaglioli e ritagli di quotidiani.

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I progetti di DORODESIGN si caratterizzano per la loro semplicità. Non puntate sull’effetto Wow. A differenza di qualche anno fa, quando veniva premiato l’eccesso, trovate che la nuova tendenza del design sia la concretezza?
Diciamo che puntiamo all’effetto WOW proprio grazie alla semplicità. Dal nostro punto di vista è più incisivo creare un oggetto sensazionale con poche linee, ma che raccontano una storia o rappresentano un concetto nuovo, piuttosto che cercare a tutti i costi la decorazione e l’eccesso che spesso può risultare pacchiana.

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Le esigenze del consumatore sembrano essere cambiate rispetto al passato, le case sono sempre più piccole e c’è la necessità di utilizzare lo spazio al meglio. L’idea di alcune vostre realizzazioni, come Lucciola che è insieme appendiabiti, portaombrelli e portaoggetti, sembrano partire da qui. A cosa dovrebbe servire il Design, secondo voi?
Il Design da sempre serve o dovrebbe servire a rendere la vita migliore, il che non vuol dire necessariamente “salvare” la vita, ma anche semplicemente strappare un sorriso, far intavolare una chiacchierata, ma soprattutto soddisfare le esigenze pratiche della Signora Maria (Nome usato nel nostro campo per identificare il consumatore medio e normalmente più difficile da soddisfare, ovvero una casalinga di mezza età molto attenta alla casa, se piaci alla Signora Maria hai fatto centro)
Quale oggetto, tra quelli che avete realizzato, vi rappresenta di più?
Ogni nostro oggetto ha una storia a se e in maniera diversa ci rappresenta. Zero chair e Sedia3 sono il primo e l’ultimo progetto, in ordine cronologico, che abbiamo sviluppato in maniera completamente indipendente e quindi si meritano la nomina di “prodotti del cuore”. In particolare Sedia3 ci ha permesso di vincere il nostro terzo RED DOT Design Award quindi a maggior ragione siamo orgogliosi che ci rappresenti.
Ultimamente si fa un gran parlare di social design. Voi cosa ne pensate del crowdfunding?
Il crowdfunding è una grande invenzione, purtroppo come tutte le grandi invenzioni in Italia prendono piede dopo. Negli Usa per esempio ormai vengono finanziati ogni genere di progetto, prodotto o iniziativa, qui c’è ancora molta diffidenza legata al fatto che forse non è mai stato pubblicizzato e comunicato a dovere il concetto di crowdfunding.
Come studio abbiamo avuto solo un’esperienza, fortunatamente di successo, con il progetto Lucciola in collaborazione con Natevo by Flou.

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Per alcuni dei vostri arredi, come Aria e Zero Chair, proponete un interessante binomio tra leggerezza della forma e solidità di materiali pesanti, come il metallo. Dove avete trovato l’ispirazione?
Nel caso di questi due progetti siamo partiti dallo studio del materiale a disposizione e a come ottimizzare il processo produttivo. Una volta ottenuto il risultato voluto è stato naturale raccontare la storia e la filosofia che dà il valore aggiunto al progetto.
Chi è un maestro del design da ricordare?
Per Stefano, di formazione Furniture Designer, Giò Ponti perché ha avuto il coraggio di lanciare una sedia giù dalla finestra pur di sostenere la sua idea, per Dario, di formazione Car Designer, Walter DeSilva per l’eleganza delle forme.
Su cosa state lavorando ora?
Rubinetti, Sedie, Accessori moda… www.siamodoro.com e presto scoprirete tutto!

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