
Chi non ha mai desiderato una zia di Milano? Di quelle che, ogni volta che arrivano a casa, è una festa. Divertenti, belle e che risistemano il nostro disordine. E se le zie fossero più di una?
“Zie di Milano“, infatti è anche un’azienda che realizza librerie e oggetti dal design giovane e divertente. Le zie, sono tutte slanciate e snelle, e si trovano a loro agio ovunque. Possono tenere in ordine libri, bottiglie, cd e soprammobili.
Quando li abbiamo contattati si sono dimostrati subito entusiasti di raccontarci la loro storia. E l’hanno fatto a modo loro. In maniera originale e divertente. Perché ”nel marketing bisogna essere molto liquidi e belli sciallati”, ci dice Marcello.
Perché proprio “le Zie”? Qual è il concept che ha dato vita ai vostri prodotti?
Le Zie sono appassionate sostenitrici della famiglia e trovano sempre qualcosa per rendersi utili. A casa, come nel cuore, c’è sempre posto per una Zia.
Quindi il concept delle Zie di Milano è quello i fare prodotti utili che possano trovare sempre un posto in casa.
Ogni Zia ha un testimonial, una mannequin degli anni ’50 che la rappresenta nella sua singolarità.
Dove avete trovato l’ispirazione?
Le Mannequins, autentiche vintage, le ho trovate in casa, sono di mia mamma,
professoressa d’arte, dipinte nel 1951 e scannerizzate per la prima volta nel 2013 per le Zie.
Le Zie di Milano nascono dall’incontro di diverse professionalità. Come lavorate?
Siamo un designer, un esperto in produzione di arredi, un commerciale, un professionista in comunicazione, un docente di moda. In maggioranza femmine.
Il bello delle idee è anche che possono essere messe in fila, come i numeri, però non come 666. Perciò è meglio che non siano sempre pensieri della stessa persona, purché si vada d’accordo, che è una parola grossa, ma basta dialogare.
Il Brand è di Marta, come tutta la comunicazione, il logotipo è in “girls are wired”, che dice tutto del carattere.
Per la commercializzazione ci pensa Beatrice che porta l’esperienza di una grossa azienda di arredamento, mentre Lorenzo governa la produzione, che è rigorosamente italiana; concepisce solo massello di legno pregiato di rovere o di faggio e vernici ecologiche.
Viola viene dal design della moda, non è lei che provvede al superfluo, ma organizza la strategia di vendita in rete e si occupa dei social.
Io faccio il CEO, ma se non rigo diritto rischio di essere licenziato.
Priscilla è un flat couted retriver nero di tre anni.
Tra questi personaggi cercate il designer.
Quale definizione daresti alla parola “design”?
Design vuol dire progetto e designer è il progettista.
C’è di bello che tutti possono essere designer, basta avere idee e le idee sono miliardi, come i numeri, e non finiranno mai.
La questione è avere delle buone idee, ma anche questo non è un problema se si lascia decidere agli altri se sono buone.
A quali esigenze dovrebbe rispondere il design?
In questo caso, il design non deve rispondere a particolari esigenze, se non, pare, che debba contenere qualcosa di superfluo.
Non c’è nulla come il superfluo per suscitare piacere.
Un prodotto è un progetto e quindi contiene idee, non sempre buone e a volte superflue, ma come ho detto, non è un problema se si lascia decidere al cliente se è un buon prodotto.
Però, il designer potrebbe essere in grado di descrivere il progetto con parole che abbiano un senso e queste parole potrebbero comunicare le idee che l’hanno guidato.
Penso che più parole sensate si riescono a concatenare nella descrizione, maggiore sia la probabilità di successo per un prodotto.
La scelta di materiali per i vostri oggetti risponde a esigenze eco. Secondo voi il consumatore è diventato più consapevole e attento all’ambiente rispetto al passato?
Le Zie di Milano è un’azienda appena nata e quindi piena di buoni propositi.
Zie, per quello che ho detto prima, di Milano, perché Milano è la patria del design riconosciuta in tutto il mondo.
Ci siamo dati un criterio di qualità che consiste nel ridurre e qualificare l’impronta ecologica di ogni prodotto. Per questo motivo realizziamo prodotti dove la scelta dei materiali, i processi di produzione e del loro utilizzo ed il loro smaltimento rispondono alle esigenze di eco sostenibilità, ovvero: ridurre gli sprechi, adeguare i prodotti ai nuovi standard dell’abitare moderno, attribuire ai prodotti una loro personalità per gradevolezza formale e per coerenza di impiego.
Spesso si associa la parola “design” ad oggetti costosi. Sul vostro sito web leggo invece che, secondo voi, gli oggetti di design dovrebbero essere prodotti con meno sprechi e costi inferiori. Come si fa?
Questa è la nostra idea commerciale: produrre e commercializzare un prodotto di qualità, realizzato esclusivamente in Italia, armonizzando i processi produttivi e logistici fin dalla progettazione per ridurre i costi accessori.
Ogni “zia” ha la sua personalità. Voi a quale volete “più bene”?
La nostra preferita è la Zia Veronica perché è quella più venduta; ma siamo pronti a ricrederci.
Chi è un maestro del design da non scordare?
Mi sono allungato troppo con gli anni per essere riconoscente a qualche “maestro” , ho però una profonda stima per l’inventore della cerniera lampo: si apre tirando e si chiude spingendo. La comprerei anche se non fosse attaccata a niente.
Un consiglio per i giovani aspiranti designer?
Ai giovani aspiranti designer consiglio di trovare un modo per riuscire a distinguere le buone idee dalle cagate.
individuare il designer è semplice… è quello con gli occhiali!