
Dalla produzione industriale delle grandi case di moda alla creazione di prodotti fatti a mano tutti da personalizzare. L’intervista di oggi è dedicata a Greta Pigatto, designer appassionata di handmade e moda che ha deciso di allontanarsi dai metodi di produzione tradizionali, per riscoprire un approccio artigianale nella realizzazione dei capi d’abbigliamento.
Vediamo cosa ci ha raccontato.
Da grafica a fashion designer. Come nasce Greta Pigatto Couture?
Dopo anni come grafica per un’azienda del settore abbigliamento, sentivo il bisogno di esprimermi liberamente, senza filtri.
La mia prozia era sarta, mia madre è modellista, mia zia tecnica maglieria: il connubio tra illustrazione e abbigliamento era inevitabile.
Qual è il maestro di fashion design da cui imparare?
Adoro lo stile di Armani, la sua classe, l’ultimo re della sartoria italiana.
Le tue creazioni nascono dall’esigenza di dar vita a prodotti unici e che si distinguano dalla massa. Ci sono elementi comuni nei tuoi progetti che esprimono queste idee?
La semplicità e comodità delle forme, la qualità dei materiali, il senso grafico dei colori.
E infine il segno delle mie illustrazioni, netto e semplice , come quello dei fumetti che ricopiavo da bambina.


Qual è il tuo stile? Chi dovrebbe indossare le tue creazioni?
Non ho un target ben definito, ma di solito chi indossa una mia creazione ama i capi personalizzati.
Dipingi abiti e magliette come fossero tele. Quali sono i soggetti delle tue opere?
Sprazzi di sogni, immagini che mi colpiscono, oppure una richiesta speciale che diventa una nuova creazione da inserire in collezione.
E’ il caso di Andrew, un cliente inglese, che voleva un’illustrazione in stile georgiano su t-shirt per una serata a tema in un locale di Londra. E’ nato così Giorgio I, il soggetto che inserirò nella collezione uomo.


Dalla progettazione su foglio di carta a vedere indossare i tuoi capi dal vero, anche da personaggi famosi come Arisa. Qual è la più grande soddisfazione nel tuo lavoro?
Lo sguardo felice ed emozionato negli occhi delle mie clienti quando indossano per la prima volta un capo o accessorio nel mio laboratorio; i messaggi entusiasti che ricevo dopo un acquisto on line, scritti appena aperto il pacco; i complimenti ricevuti da amiche e conoscenti.
Qual è la creazione a cui sei più affezionata? Perché?
Frida Dress, perché è la mia prima creazione dopo la nascita di Zoe. Rappresenta un nuovo capitolo della mia vita di mamma e artigiana.

Dove si possono trovare i tuoi prodotti?
Nella mia boutique online, su alcune piattaforme in rete che propongono solo handmade, nel mio atelier e in alcune selezionatissime boutique.
Non solo capi di abbigliamento ma anche accessori, in particolare custodie per smartphone.
Pensi di dedicarti anche ad accessori più tradizionali, come borse e cinture?
Sono già in contatto con un fornitore per iniziare a produrre dei prototipi di borse, ma non posso svelarvi altro…


Alla base delle tue creazioni c’è l’amore per l’handmade.
Credi che le persone comincino ad apprezzare e preferire di più un prodotto artigianale piuttosto che un oggetto realizzato industrialmente?
L’Italia inizia ad apprezzare l’artigianato, inizia ad accorgersi della sua importanza, ma non è ancora disposta ad investire completamente.
Non comprende ancora l’immenso valore del prodotto fatto a mano, ma si sofferma sul prezzo, dando maggiore spazio alla moda low-cost.
Il settore handmade è paragonato troppo spesso a quello dell’hobbistica.
All’estero i prodotti fatti a mano italiani hanno un valore aggiunto, sono una necessità per distinguersi dalla massa; per questo anche il semplice acquisto online diventa un’esperienza davvero emozionante.